Patto per l’Export: DIPLOMAZIA CULTURALE POTENTE COME QUELLA ECONOMICA.
“La diplomazia culturale, al pari di quella economica, sono al centro dell’agenda per rilancio dell’Italia all’estero, tanto da essere stata per certi versi inserita all’interno del Patto per l’Export sottoscritto l’8 giugno scorso alla Farnesina. A spiegarlo la deputata M5S Mirella Emiliozzi ieri durante un evento online promosso dalla rete delle Città dell’apprendimento dell’UNESCO, Torino, Fermo, Palermo, e organizzato dal professor Carlo Nofri. L’iniziativa si aperta con un messaggio di saluto del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha rimarcato l’importanza del programma Learning Cities di UNESCO e che ha sottolineato come il marchio dell’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di patrimonio dell’Umanità sia percepito come una sorta di ‘certificato di garanzia’, al punto da essere stato contemplato nel Patto per l’Export come strumento di promozione turistica. “La digitalizzazione dei servizi turistici come di quella del nostro Patrimonio – si legge nel messaggio del ministro all’organizzazione – saranno le “autostrade informatiche” per coinvolgere i “Siti Unesco minori”, facendone un volano di turismo responsabile e sostenibile”. “Non era mai successo prima – ha quindi spiegato Emiliozzi nel suo intervento – che la cultura venisse definita ‘settore strategico per il rilancio economico e sociale dell’Italia’, non con questa forza e con le dotazioni finanziarie e di competenze che accompagnano il patto voluto da Di Maio.
2L’asset culturale del nostro paese ha avuto finalmente il riconoscimento di settore strategico per lo sviluppo dell’Italia e di leva per aumentare la competitività del nostro Paese sui mercati internazionali”. In questo alveo si inserisce quindi anche la proposta, avanzata ieri, di costituire un Comitato tecnico scientifico delle Learning Cities nell’alveo delle attività di UNESCO, idea a cui Emiliozzi ha riservato un passaggio del suo intervento. “Dopo l’emergenza COVID dobbiamo innescare un nuovo Rinascimento, ma non può esserci rinascimento senza apprendimento e per questo l’iniziativa va nella giusta direzione”
“Per il nostro governo e per questa maggioranza il marchio Made in Italy, il commercio estero e il sostegno alle nostre imprese che competono nei mercati internazionali sono uno strumento diplomatico, non solo economico. La cultura italiana nel mondo e la cultura in generale devono diventare il terzo pilastro della nostra rinascita internazionale. Lo strumento della diplomazia culturale, in questo, è formidabile, ma dobbiamo usarlo pensando al futuro: ovunque nel mondo l’Italia è percepita come la culla della civiltà dell’uomo, ora dobbiamo raccontare tutti insieme la storia di un’Italia attuale e innovativa che di cui essere orgogliosi e mi sembra che quanto è stato fatto anche durante la gestione dell’emergenza Covid vada nella giusta direzione”