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Balneari, la destra getta solo fumo negli occhi

Il settore balneare vive in un limbo da 15 anni. Il nostro dovere è tutelare il lavoro di migliaia di operatori, ma anche stabilire, una volta per tutte, una disciplina per le concessioni demaniali.

Venendo da una città di mare, riconosco il valore aggiunto che la maggioranza degli imprenditori del settore ha apportato al turismo e alla valorizzazione del nostro territorio.

Sono quindi d’accordo sulla necessità di tutelare chi ha lavorato in modo virtuoso e con serietà e trasparenza, ma è anche innegabile come continuare a rimandare il problema significherebbe fare ciò che tutti i Governi, da 15 anni a questa parte, hanno fatto, compresi quelli di destra che oggi si stracciano le vesti per i lavoratori del settore.

Se la destra, come dice, ha delle soluzioni, perché non le espone anziché fare demagogia? Al momento, ritengo che, carte alla mano, la proposta del Consiglio dei Ministri, sia l’unica soluzione possibile e anche la migliore. Non mi piace la politica delle false promesse che hanno portato i lavoratori del settore alla situazione attuale. Credo sia ora di trovare una soluzione che rappresenti un punto di equilibrio tra gli interessi dello Stato e quello degli operatori del settore.

Andrà premiata l’esperienza professionale, gli investimenti, la qualità e quantità dei servizi e andrà considerato se si tratti o meno di attività a conduzione familiare.

Oggi in Parlamento abbiamo presentato una mozione di maggioranza, firmata da tutte le forze politiche, comprese le destre che, chiaramente tacciano questo particolare, per chiede che lo Stato valorizzi il proprio patrimonio demaniale e, al contempo, tuteli i lavoratori che hanno il diritto alla continuità lavorativa. Occorrerà poi distinguere fra i titolari di concessioni, che hanno l’interesse a continuare a mantenerle e chi invece ha l’interesse ad entrare nel settore. I primi, qualora le perdessero, andrebbero certamente tutelati e sostenuti nel loro diritto a recuperare gli investimenti non ammortizzati. Un sistema di gare pubbliche che preveda clausole di premialità a favore delle imprese concessionarie “virtuose”, ossia in regola con i pagamenti e nei rapporti con lo Stato, sono convinta possa rappresentare un buon punto di incontro.

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