Approvazione decreto sul Coronavirus
Il Covid-19, il Coronavirus, ha fatto suonare la sveglia più forte che l’Italia abbia sentito negli ultimi dieci anni. Tra le 17 e le 20 di sabato scorso, ciò che fino a quel momento era un problema sanitario di un Paese tutto sommato lontano, la Cina, è diventato di colpo il pensiero ricorrente di ogni cittadino italiano, un incubo domestico, un disastro sociale ed economico oltre che sanitario.
Qualcuno adesso vuole insinuare che qualcosa non ha funzionato nei dispositivi di contenimento approntati fin dall’inizio di questa emergenza planetaria. Io credo invece che il nostro governo abbia fatto tutto quanto era possibile fare e anche di più, ma che purtroppo nel mondo globalizzato non sia davvero possibile contenere un virus che come vettore ha una goccia di saliva, un anelito di fiato, un semplice starnuto di una persona che non mostra altri sintomi di malattia. Qualcuno purtroppo sta cercando di speculare su un’emergenza che rischia di travolgere tutti, compresi gli stessi speculatori. Qualcuno, con operazioni politiche o commerciali, sta proditoriamente cercando di rompere il fronte dell’unità nazionale, l’unica barriera che possiamo porre tra noi stessi e il disastro. Qualcuno, e penso a un governatore regionale in particolare, una persona che per provenienza geografica e impegno politico conosco mio malgrado piuttosto bene, si sta qualificando per ciò che è: un personaggio più preoccupato per il proprio avvenire che per la sua regione, qualcuno che parla di prudenza ma rifugge il confronto, qualcuno che usa un’espressione come “staremo a vedere chi ha fatto bene, noi o il governo che si oppone” piuttosto che spiegare i motivi di certe scelte. Il suo eloquio, oltre alle sue azioni, lo qualificano per ciò che è, non varrebbe nemmeno la pena di parlarne se non fosse un ottimo esempio per illustrare tutto quanto un governatore non dovrebbe fare: agire in solitaria per consenso elettorale, ignorando che il Coronavirus è un problema di tutti e che le decisioni devono essere prese con una visione d’insieme.
I dati che ha illustrato stasera il ministro della Salute sono stati chiari e completi. Le misure sanitarie, i presidi medici, le misure applicate vanno nella direzione giusta. Si poteva fare di più? Onestamente non penso, ma solo il tempo può dirci se è così. Quel che so è che ora dobbiamo lavorare tutti insieme per fronteggiare questa emergenza nel modo più efficace a tutti i livelli. A livello sociale il Coronavirus è la prima epidemia dell’era dei social e dell’always on line. L’ultimo caso di pandemia mondiale risale al 2009. All’epoca il nemico da battere era il virus H1N1. Prima l’aviaria, prima ancora la SARS. Ma non esistevano i social, il tam tam digitale, le fake news diffuse in maniera virale. Oggi dobbiamo fare i conti, invece, oltre che con il virus anche con questi fenomeni e dobbiamo fronteggiarli con la stessa forza e insistenza che usiamo per difenderci dalla malattia. Psicosi, allarmi ingiustificati, eccessiva e ossessiva ripetizione delle stesse notizie sui media stanno portando a fenomeni incontrollabili e immotivati. L’insensata corsa all’accaparramento di derrate alimentari o le speculazioni su mascherine e detergenti disinfettanti sono sempre esistiti, ma il montare di un’assurda marea di falsità, di notizie infondate a livello internazionale come c’è ora non si era mai visto.
E sono queste cose che stanno arrecando un danno economico incalcolabile per tutti i cittadini, per le imprese, per il Paese. E’ a questa emergenza nell’emergenza che tutti noi, come Parlamento, dobbiamo far fronte. Dobbiamo superare ogni divisione ideologia e lavorare tutti nella direzione di sostenere la nostra economia, le nostre aziende, chi rischia di perdere un anno di lavoro o una stagione turistica intera per colpa di un virus che fa paura. Ecco, la paura. Non dobbiamo avere paura, perché la paura è un nemico che non può mai essere sconfitto. Non possiamo lavorare con la paura, vivere con la paura. Dobbiamo essere lucidi, consapevoli, informati, attenti, prudenti. Non impauriti. Dobbiamo avere il coraggio di intraprendere iniziative forti, di guardare in faccia il problema e affrontarlo.
Credo che il nostro governo lo stia facendo e credo che sia compito di quest’aula sostenere e potenziare le sue iniziative. Sono convinta infine che da quest’Aula debba alzarsi un plauso e un ringraziamento a tutti coloro – personale sanitario, forze dell’ordine e personale operativo di ogni livello – che sono impegnati in prima linea in questa situazione.